sopravvissuto
Ed è proprio da lì che attingo, ogni volta, per narrare nuovi scenari perché io quella parola la divido ogni volta e la leggo come chi ha vissuto sopra e non come chi è scampato ad un disastro.
Ed è proprio da lì che attingo, ogni volta, per narrare nuovi scenari perché io quella parola la divido ogni volta e la leggo come chi ha vissuto sopra e non come chi è scampato ad un disastro.
Quello che è accaduto a me in questi mesi di quarantena è fare dei salti all’indietro, come dicevo a volte sono passi, a volte dei veri e propri voli al passato e ho trovato il tempo, nel ricordare, di godermi tutta una serie di dettagli che mi erano sfuggiti.
Esattamente un anno fa ero seduto a questa stessa scrivania.
Il monitor del computer faceva da lampada e la carta e le matite erano pronte a rendere palesi un progetto che avrei sviluppato da li a poco.
Da bambino amavo costruire castelli di sabbia, di quelli complicati con tanto di fossato, guglie altissime e pista per le biglie che facevano percorsi complicatissimi.